Vita della scuola • 29.02.2024

Ancora una volta CAST è sede di eccellenza per “fare allenamento” dei più prestigiosi concorsi internazionali

Dopo i successi alle Olimpiadi della Cucina tenutesi a Stoccarda, dove il team azzurro che si è allenato in CAST è salito su tutti i podi e ha conquistato anche un oro nella categoria “Ristorante delle nazioni”, palcoscenico imponente che ha ospitato 24 squadre nazionali, l’Italia della cucina si prepara all’appuntamento con il Bocuse d’Or, la più prestigiosa competizione mondiale individuale del settore. E ancora una volta CAST è stata scelta come sede ufficiale per gli allenamenti. A rappresentare l’Italia alla selezione europea, che si terrà a Trondheim in Norvegia, sarà Marcelino Gòmez Vita che lo scorso anno a Rimini ha conquistato i favori della giuria composta da alcuni dei più importanti chef italiani, tra cui Enrico Crippa presidente della Bocuse d’Or Italy Academy e da FIC che da quest’anno collabora alla gestione. Lo chef italo-argentino disputerà quindi le selezioni europee dal 19 e 20 marzo 2024, per aggiudicarsi la qualificazione alla finale del 2025 che avverrà a Lione.

Voluto da uno chef per gli chef, il Bocuse d’Or è molto più di una competizione culinaria. È un sistema universale – coinvolge infatti i 5 continenti – di condivisione e riconoscimento in cui tecnica e creazione, impegno e valori umani sono messi in risalto per scoprire i grandi talenti dell’alta cucina di domani. Inoltre, per ogni edizione dei diversi continenti viene selezionato un paese differente proprio per valorizzare ancora di più il patrimonio gastronomico del mondo.

Marcelino Gòmez, 40 anni, è pronto a questa super sfida: cresciuto in Argentina, ha nonni lucani da parte materna e una smisurata passione per il mondo della cucina che è sbocciata dopo una laurea in ingegneria elettronica e sei anni di lavoro nel settore in Italia e all’estero. Ma c’è di più: la voglia di competizione gli proviene anche dall’essere stato una promessa delle gare di kart, “palestra” dei grandi piloti e impegnativa scuola di vita. Abbandonato definitivamente l’automobilismo e la professione d’ingegnere elettronico si è dedicato interamente alla cucina ed è maturato rapidamente il suo successo, testimoniato da un curriculum molto significativo: gli studi e il lavoro al Basque Culinary Center di San Sebastiàn, il Bullilab a Barcellona, per lo sviluppo del progetto Bullipedia; il Geranium di Copenhagen 3 stelle Michelin come pastry chef, le finali del Bocuse d’Or come Jury Argentina e il ruolo di chef di ricerca e sviluppo nel ristorante 3 stelle Michelin Alchemist ancora a Copenhagen. Infine il pluripremiato 3 stelle Michelin Mirazur di Mentone e nel 2021 il ruolo di coach nel team Colombia durante il Bocuse d’Or a Lione.

E’ diventato un obiettivo quasi assoluto per Marcellino la voglia di primeggiare al Bocuse d’Or, tanto è vero che da alcuni mesi si dedica esclusivamente a questo: ha scelto quindi di trasferirsi a Brescia e allenarsi a tempo pieno in CAST, sostenuto da tutto il suo team (Benjamin Soerensen, comis; Viridiana Franco, mise en place; Sebastian Schall, mise en place e il coach Alessandro Bergamo) e dalle potenzialità delle tecnologie e delle attrezzature della nostra Scuola.

“Qui in CAST mi trovo benissimo – ci dice Marcellino Gòmez – ho trovato persone straordinarie per competenze e voglia di mettere a disposizione la loro professionalità. E’ un positivo e continuo confronto tra le mie idee e le loro, in previsione di quello che dovrò fare e dimostrare al Bocuse d’Or. L’allenamento comprende anche direttamente un lavoro quotidiano in un’aula/laboratorio, dove applichiamo e trasformiamo i nostri progetti. Mi sta dando un grande aiuto anche la dotazione di attrezzature, tutte all’avanguardia, di cui dispone CAST. Anche perché sono un innovatore e uno sperimentatore per natura, da ogni punto di vista: dagli ingredienti, ai metodi di cottura fino all’estetica dei piatti. Il Bocuse d’Or richiede il massimo in tutti questi elementi. Ho di fronte una sfida sicuramente molto complessa, probabilmente la più dura a livello mondiale per uno chef, ma so di poter ben figurare, considerando anche l’esperienza che mi sono costruito in questi ultimi anni proprio vivendo dall’interno il Bocuse d’Or. Sono tanti i motivi di riflessione e sperimentazione: primo fra tutti conciliare ed esaltare la mia esperienza e identità mediterranea con il tema che caratterizzerà la sfida del prossimo marzo in Norvegia: il merluzzo. Su questo aspetto sono però sostenuto dalla mia passione di lunga data per la cucina nord europea, che ho approfondito e praticato.”

Ricordiamo infatti che a questa finale europea, che si svolgerà in una città, Trondheim, non a caso soprannominata “Casa dei sapori nordici”, gli chef dovranno realizzare piatti innovativi portando in cucina conoscenza della materia prima, tecnica e creatività. Skrei, stoccafisso e capesante norvegesi sono i tre ingredienti protagonisti della competizione. Tre prodotti unici, gustosi e di alta qualità apprezzati dagli chef stellati di tutto il mondo e che rispecchiano gli aspetti importanti dell’industria della pesca norvegese.

“E’ chiaro che il Bocuse d’Or è un punto di arrivo e allo stesso tempo un punto di partenza – sottolinea ancora Marcellino – nel quale ogni chef deve esprimere ciò che l’ha portato fino a quel punto, a deve anche porre le basi per il suo futuro. Vincere è un sogno. Ma già andare a Lione costituisce la credenziale oggi forse più autorevole per fondare una propria attività su forti basi di carattere e personalità nella cultura gastronomica. In altre parole, con il Bocuse d’Or si aprono strade innovative e si può davvero pensare di affermare nel mondo una propria idea di cucina. Nel mio futuro, se ci riuscirò, vedo molto di più che l’apertura di un ristorante tutto mio: vedo anche la traduzione delle mie idee in attrezzature che portino le mie idee, il mio nome e la mia professionalità. Al servizio dei colleghi e, sicuramente, anche della formazione di valore come quella che viene insegnata in CAST“.