Novità • 06.12.2024
“We are the champions” cantano in coro Riccardo e Mattia, stringendo tra le mani il loro Cornetto d’oro.
Un duo così affiatato che nulla avrebbe da invidiare ad amicizie iconiche come quella leggendaria tra Achille e Patroclo, quella romanzata di Sherlock e Watson o, più vicina ai giorni nostri, quella artistica tra Max Pezzali e Mauro Repetto.
Il loro incontro nasce proprio tra i banchi di scuola: Riccardo Notaro, 21 anni di Galatina (LE) e Mattia De Simoni, 21 anni di Mazzarino (CL), si conoscono a gennaio, nel corso di Alta Formazione Pasticceria in CAST. Ad avvicinarli, la passione comune per l’ambito della Pasticceria, e concetti come perfezione, tecnica e teoria che nell’ambiente CAST hanno trovato terreno fertile. Spesso li si trova seduti a tavola, a cena davanti a un libro di chimica dove evidenziare i concetti più importanti da riprendere nei loro esperimenti in laboratorio.
Il palcoscenico dove mettersi alla prova è stato il “Cornetto d’oro”, prima edizione del concorso nazionale organizzato da Ambassadeurs du Pain Italia e svoltosi a novembre nella House of Baking di Mondial Forni, a Verona. Una competizione che portato a sfidarsi ben 41 professionisti della pasticceria.
Guarda la loro video intervista
Com’è nata l’idea di iscrivervi al concorso del Cornetto d’oro?
Lo abbiamo scoperto su Instagram, e insieme abbiamo deciso di iscriverci. C’era però un problema.
Quale?
Poteva iscriversi un singolo soggetto. E, dato che facciamo sempre tutto in due, non potevamo dividerci per una cosa del genere: entrambi siamo appassionati del mondo dei lievitati. Così ci siamo iscritti sotto il cappello di CAST.
Perché il cornetto?
Mattia scopre il cornetto proprio in CAST, durante una lezione del corso di Alta Formazione: da quel momento inizia una ricerca continua verso la realizzazione di un prodotto il più perfetto possibile.
Appena abbiamo saputo del concorso, non abbiamo perso tempo. Dallo studio sui libri siamo passati alla pratica: ogni mattina sfornavamo i cornetti, diversi dal giorno prima. Per noi era un test che ci aiutava a crescere, grazie anche ai feedback di tutte le persone che lo assaggiavano.
Per non impattare sulle lezioni, abbiamo chiesto di poter utilizzare i laboratori di notte: dalle 22 alle 3, per poi alzarci alle 5 a sfornare i prodotti. Qualcuno ci diceva che eravamo pazzi, ma noi non lo abbiamo mai vissuto come un sacrificio: per noi era un’opportunità di fare esperienza e crescere.
Quanti cornetti avete sfornato in tutti questi giorni?
Circa 400.
La più grande difficoltà che avete incontrato?
Il gusto.
Riuscivamo a realizzare un prodotto ottimo, ma al gusto era più un croissant che un cornetto all’italiana. Gli ultimi giorni abbiamo lavorato solo su quell’aspetto, supportati anche dai nostri docenti, dal direttore Vittorio Santoro e dai professionisti della Coupe du Monde che si allenano in CAST e ci hanno continuamente stimolato a migliorarci. Uno dei punti di forza di questa scuola è che ti insegna la cura e l’importanza del dettaglio.
Vi aspettavate questo successo?
Siamo partiti ottimisti, poi parlando con gli altri concorrenti abbiamo ricevuto molte critiche al nostro prodotto e quindi ci siamo un po’ scoraggiati. Eravamo i più giovani, in confronto a tutti gli altri 40 professionisti in gara. Quando hanno iniziato a scorrere i primi classificati, abbiamo iniziato a preoccuparci.
Poi alla fine è arrivata la sorpresa: siamo stati i migliori in assoluto.
Grande festa, quindi.
Scoprire di essere primi, con un punteggio di 92,25/100 è stata una grande sorpresa e allo stesso tempo una grande gioia. Durante le premiazioni, abbiamo avuto la possibilità di presentare il nostro prodotto, partendo dalla storia del cornetto e la realtà di CAST.
Che progetti avere per il futuro?
Abbiamo già trovato un concorso interessante sul panettone: i lievitati ci tengono molto impegnati, sarà sicuramente un’altra bella prova.
Per il futuro, stiamo cercando un’opportunità per fare esperienza a Parigi, che rappresenta il fulcro della pasticceria in termini di innovazione. Ovviamente, andremo insieme.